Furficari -furficai – furficatu v. intr., fare con le mani un lavoro impreciso: ca ce sapi filu còsiri: quantu sta fòrfica tuttu lu giurnu, mica sa cucire: tutto il giorno tenta solo di farlo (diG ). V. fòrfica.
Fùrgulu – i s. m., fulmine / razzo di fuoco artificiale che esplodeva in senso orizzontale: cce jè fùrgulu?! Manco fosse un razzo.
Furia loc., a ffuria ti càutu, in piena canicola.
Furmicaluru – i s. m., torcicollo, uccello di passo molto ghiotto di formiche.
Furnacetta – i s. f., sorta di fornello avente il piano di cottura a livello ti lu fucaliri; funzionava con la brace sistemata su una griglia leggermente sottoposta, mentre la cenere cadeva in un cunicolo sottostante; si usava, per es., per preparare il sugo.
Furnaru – a s. m. e f., pl. inv. furnari, foraio – fornaia. Al f., insetto corrispondente alla blattella germanica, una specie di scarafaggio che si annida nella corteccia degli alberi di ulivo provocandone la morte. Soprannome della famiglia Moscogiuri.
Furnèšciri – furnii – furnutu v. tr. e intr., finire, esaurire: ama furnutu, abbiamo finito.
Furnisòriu s. m., forno elettrico dove si preparano grandi quantità di pane da destinare alla vendita; si distingue da lu furnu, perché questo era di tipo artigianale, a legna e il pane veniva cotto su commssione ti li pariani. V. parianu.
Furnu – fòrnuri s. m., forno: furnu ti campagna, forno portatile costituito da un coperchio che si metteva sulla teglia, opportunamente coperto di brace. Se la teglia veniva messa a sua volta sulla brace, si aveva la cottura fuecu sotta e fuecu sobbra; occa ti furnu, si dice di bambino che piange in maniera ostentata. I forni, in passato, erano molto importanti per la cottura del pane che ogni famiglia preparava in casa. Si ricordano: il forno delli Vizzarri, in via Bizzarri; il forno Sbavaglia, in via De Ferraris; il forno di Sala, in vico Sala; il forno delli Firelli attestato nel 1756; il forno di Cafariello attestato nel 1693; il forno dell’arciprete in vico III M. Gatti; il forno del notare Giovan Battista attestato nel 1693.
Furoni – furuni s. m., salvadanaio. Soprannome della famiglia Gioia.
Furticiddu – i s. m., volano sistemato nella parte inferiore del fuso con la funzione di equilibrare il fuso stesso e delimitare la parte su cui si avvolgeva il filo.
Furticieddu – i s. m., dim. di furtu, piccolo furto.
Furtuna – i s. f., fortuna: m’acia fatta nduinari la furtuna, mi son fatto predire il destino ( da appositi girovaghi di origine zingaresca che solevano venire in città specie nei giorni di festa ; questo si verificava sino agli anni ’60 del sec. XX ); furtuna ozzi, fortuna volle; la furtuna ti lu Micacu, la fortuna dei poveri; a Ddiu e furtuna, o la va o la spacca. V. ašciu.