Quatara – i dal volgare caldaria, s.f., caldaia, grossa pentola in rame usata per cuocere grandi quantità di vivande, come verdura e pasta.
Quatararu – i s. m., artigiano che costruisce le pentole di rame.
Quatararu, soprannome della famiglia Micelli.
Quataredda – i s. f., dim. di quatara, calderotto; in senso fig. e bonario, ragazza di poco conto: šta quataredda, questa ragazzina da quattro soldi (diG). V. quataroni.
Quatarieddu – i s. m., dim. di quatara, calderotto. V. firsola.
Quataroni – quataruni s. m., accr. di quatara, calderone; in senso fig. ragazzaccio: štu quataroni, questo ragazzaccio (diG). V. quataredda.
Quatarottu – i s.m., dim. di quatara, piccola pentola in alluminio a forma ovale, usata per la cottura di legumi, riso e simili. Esso rappresenta la forma moderna ti la pignata.
Quaternu – i s. m., quaderno.
Quatisciari – quatisciai – quatisciatu v. tr., battere per candeggiare; si usava con i tocchi di lino lavorati al telaio, che poi venivano candeggiati da operai specializzati al fiume Borraco. In senso fig., battere, darle ( di botte ): la quatisciai, gliele diedi. Come v. intr., averle ( di botte ) / perdere ( al gioco ): quatisciai, le presi / perdetti parecchio.
Quatisciata – i s. f., battitura dei panni; per estensione, sventura, scarica di botte: am’auta na bella quatisciata, abbiamo subito un brutto danno. V. quatisciari.
Quatisciatori – quatisciaturi s. m., operaio specializzato nella battitura e candeggiatura dei panni. V. quatisciari.
Quatragnottu agg. m. sing., ben messo: nu bellu giòini quatragnottu quatragnottu, un bel giovane, robusto, ben messo.
Quatrizzu -i s. m., ferro pieno a sezione quadrata, diverso per forma dal tondino.
Quattru num. card., quattro.
Quazettu – i s. m., calza: era meju cu ffacìi quazettu, meglio sarebbe se facessi la calza ( non essendo in grado di svolgere un ruolo di maggiore rilevanza ).
Quazoni – quazuni dal volg. calcei s. m., pantalone. Indica anche un dolce tradizionale natalizio: si tratta di frittelle a base di uova e farina, ripiene di ricotta, di marmellata, di ua a llu spìritu e mandorle tostate ( da M. Greco, Pèttuli, purcidduzzi e cartiddati ).
Quazoni, soprannome della famiglia Stano.
Quazzu dal volg. cavaceu, s. m., stomaco di uccelli: mi šta bbatti lu quazzu, mi batte il cuore ( per la paura e l’emozione ). V. cicieri.
Quedda agg. e pron. dim. f. sing., quella. V. cuddu.
Queru dal lat. corium – ii, s. m., crosta, per es.. del pane, del formaggio, ecc.: queru muertu, sfaldatura della pelle dovuta alla mancanza di pulizia. V. pani.
Detto: Ti sobbra a llu queru essi la curèscia. Lett., dalla crosta si ricava la cintura ( a significare che molti si arricchiscono con i sacrifici della povera gente ).
Pietro Brunetti
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