Nantinati s. m. pl., antenati.
Nantiporta – i s. f., avamporta a vetri che fa entrare la luce quando la porta è aperta.
Nanzi avv. di luogo e di tempo, avanti: štai ssittatu nanzi casa, è seduto sul davanti della casa; ti crai a nnanzi, da domani in poi. V. nani. Stornello: Quannu passi ti qua nnanzi passa trittu, / no ffà’ capì’ a lla genti ca n’amamu. / Nanzi a lla genti fazzu ca no t’amu / e nta llu cori mia chiusu ti tegnu. Quando passi di qua vai avanti e non fermarti a guardare, / per non far capire alla gente che ci amiamo. / Davanti alla gente fingo di non amarti / e nel mio cuore ti tengo chiuso.
Nàpuli n. pr. di città, Napoli, già capitale del regno delle Due Sicilie prima dell’unità d’Italia. Secondo l’educazione sessuale del passato, era il luogo da cui si mandavano a comprare i bambini che nascevano.
Napuli piccinnu, Napoli piccola: è il nome di un rione di Manduria, situato a Nord della città, ribattezzato rione S. Gemma.
Nàšciri – našcìi – natu v. intr., nascere: quannu a natu? Quando sei nato? No a nàšciri? Non dovrei avere certe propensioni ( per fare come dici, per es., per rubare, essere più scaltro, ecc. ) ?
Nàscita – i s. f., tumore, ascesso. V. timori.
Nàsia s.f., cattivo odore: sta sentu na nàsia d’umudu, di brusciatu, … di criettu, sento odore di umido, di bruciato, …. di animale morto in putrefazione ( diG ); come nàfita.
Nasìcchju – nasicchj s. m., dim. di nasu, nasino.
Nasiddari – ( mi ) nasiddai – nasiddatu v. tr., mangiucchiare: nc’èrunu do peri e a picca a picca si l’è nasiddati tutti, c’erano delle pere e pian piano le ha mangiate tutte (diG ).
Nasieddu – i s. m., sorta di pinze con cui si tenevano i bovini per il naso, per costringerli a camminare o a stare fermi. V. turcinasu.
Naška – i s. f., narice, anche dell’uomo, con una connotazione forte e volgare: teni na bbella naška, ha un bel fiuto. V. naškisciari.
Naška, soprannome della famiglia Stano.
Našketta vezz. di naška, piccola narice.
Našketta, soprannome della famiglia Shiavoni.
Naškisciari – naškisciài – naškisciatu v. tr., fiutare. V. naška.
Naškoni accr. di naška, grossa narice.
Naškoni, soprannome della famiglia Scialpi.
Nasu – i s. m., naso.
Nasu riali, soprannome della famiglia Massafra. Nella forma accr., Nasoni, indica il soprannome delle famiglie Dimitri e Candeloro. Detto: Ci teni nasu teni crianza. Chi ha il naso lungo sa essere cortese ( probabilmente per compensare il difetto fisico ).
Nota. A proposito di sedere nanzi casa, espressione richiamata alla voce nanzi, va osservato che si tratta di una abitudine invalsa fino ad un recente passato, ma osservabile ancora oggi, quando durante la bella stagione, a sera o nei pomeriggi di festa, ci si sedeva a un metro dalla propria abitazione con le spalle rivolte alla strada. Spesso a questa forma di ozio si associavano i vicini, con i quali si socializzavano le esperienze della giornata. A sera, in tempi meno recenti, quando le autovetture erano pressoché inesistenti, si formavano veri e propri circoli che occupavano tutta la strada( v. ròscia ), cui partecipavano anche i bambini, che con interesse ascoltavano i racconti fantastici e moraleggianti degli anziani.
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