Quali usato nell’espressione pi lla quali: ci no nc’è nienti pi lla quali … , se non c’è motivo …
Quannu dal lat. hoc anno, parola composta dall’agg. dim. cuštu e dal s. m. annu, quest’anno: quannu jè antrata, quest’anno gli olivi portano il frutto.
Come avv. e cong., quando: quannu scemmu no l’acchjammu cchjui, quando andammo noi non c’era più; comu ci quannu ca … , come se … V. quantu.
Quantiera – i s. f., vassoio, guantiera: šta passa la quantiera ti li cosi tuci, stanno passando la guantiera dei dolci. V. cumplimenti.
Quantu – a agg. e pron., pl. inv. quanti, quanto.
Come avv., quando; è usato sempre col verbo al presente: quantu jeni so’ tua, quando ti deciderai a venire, le avrai. V. quannu.
Come cong., affinché: jeni quantu ti llìšciu, vieni che te le suono.
Quarantottu s. m., lett. quarantotto: mo succeti lu quarantottu, mo scoppia un pandemonio, con riferimento ai fatti accaduti anche a Manduria nel 1848, nell’ambito di un forte movimento insurrezionale antiborbonico.
Quaremma – i v. il fr. carême, s. f., quaresima. La quaremma veniva rappresentata come una pupattola di stoffa e cenci, vestita a lutto, con la conocchia alla cintola e il fuso in mano, con sette ciambelle pendenti giù dalla gonna e, al posto dei piedi, un frutto con sette penne, simbolo delle sette settimane di penitenza e digiuno che precedono la Pasqua ( v. M. Greco, Dalla cinniredda alla scarcedda ). In senso fig., donna senza stile, senza personalità, che veste all’antica.
Quarta – i s. f., un quarto di chilo: tammi na quarta ti nuceddi, dammi un quarto di chilo di noccioline.
Indica anche una misura locale per l’olio, pari ad un quarto di cannata, ossia a 2,5 litri.
Quartara – i s. f., orcio di terracotta, panciuto, a due anse, con la base piatta ed una bocca di circa 10-15 cm di diametro. Aveva una capacità di 5-10 litri e serviva a trasportare e tenere in deposito la provvista d’acqua a disposizione per i vari usi domestici: la šta mmena a quartari, diluvia.
In un simpatico episodio raccontato dai nostri avi si riferisce di una giovane sposa che, calato il braccio nta la quartara per prendere le noci che vi erano contenute, non riusciva più a tirarlo fuori, restandovi intrappolato dalla manciata eccessiva di noci che ingordamente voleva prelevare.
Quartaredda – i s. f., dim. di quartara, piccolo orcio; anche rancedda (v.).
Quartinu – i s. m., pezzo di pane del peso di un quarto di chilo. Anche abitazione a primo piano.
Quartòddici num. card., quattordici.
Quartu agg. num. quarto: lu quartu agnoni li morsi, il quarto bambino gli morì.
Come avv.: catìu ti quartu, cadde pesantemente; ni šta ccati quarti quarti, cade a pezzi.
Quartuddu – i s. m., misura di superficie corrispondente a 4.406 mq. V. tùmmunu.
E’ anche misura di capacità per granaglie corrispondente a 28 litri.
Detto: Li chjàcchjri no n’ènchjunu quartuddi. Chi non si applica nel lavoro non produce frutto.
Quascina – i s. f., pozzanghera: cu totta quedd’acqua ca è minata a nterra è fatta na quascina, ha versato per terra tanta acqua da fare una pozzanghera (diG).
Nota. La rivoluzione del ’48 partì da Palermo il 12 gennaio; Ferdinando II, re delle Due Sicilie, si affrettò a concedere la Costituzione per ritirarla un mese dopo; questo spinse gli animi alla rivolta. Per quanto riguarda Manduria, il 12 maggio giungevano qui due affiliati alla Giovane Italia, Domenico Romeo e Francesco Landriscena, con lo scopo di organizzare la popolazione locale. A Manduria funzionava una vendita della Carboneria, una società segreta dove operava Nicola Schiavoni; il gruppo dei cospiratori era associato nella Famiglia, capeggiata da Lelio Capocelli. Le riunioni segrete si tennero prima in casa del giudice Eustachio Pistoia, poi nella sagrestia dell’Immacolata.
I fatti precipitarono quando il 18 maggio Nicola Schiavoni fu a Lecce per organizzare la sollevazione; il 19 il Romeo tenne in piazza Garibaldi un comizio di fuoco durante il quale i rivoluzionari disarmarono la gendarmeria, quindi si recarono a Sava e fecero altrettanto. Il 21 Nicola Schiavoni arringa la folla dal sagrato delle Scuole Pie e Salvatore Filotico dal sagrato di S. Benedetto. Lo stesso giorno festeggiano Pio IX portandone il busto in processione: in quel periodo il papa era aperto a forme di democrazia e di partecipazione.
Purtroppo anche questo moto rivoluzionario fu represso, questa volta dalle truppe del generale Marcantonio Colonna. Su delazione di fra’ Egidio, monaco cappuccino, seguì una serie di arresti. Il 2 settembre fu arrestato Giuseppe Sbavaglia e, a seguire, Nicola Schiavoni, Giambattista Tarentini, Nicola Donadio, i fratelli Francesco ed Arcangelo Erario, Agostino Caputo e Maurizio Casaburi. Il canonico Filotico si diede alla macchia e Carmine Caputo, figlio del caffettiere, andò in esilio a Corfù.
Durante le perquisizioni, la manduriana Lucia Pezzuto, moglie di Carmine Caputo, riuscì a nascondere i documenti che attestavano l’affiliazione a la Famiglia di tanti Manduriani, salvandoli da morte certa.
Pietro Brunetti
The post Quali – quascina appeared first on La Voce di Manduria.