Pittinessa – i s. f., pettine. Indica anche il pesce pettine.
Pittinisciari – pittinisciài – pittinisciatu v. tr. e rifl., accarezzare ( con la mente ) / piangere in maniera sofferta: … puru iddu si la šta pittinescia …, anche lui l’adora ( da La tarantata di L. Lacaita, atto II, sc. II ); si šta pittinèscia ti chjantu, non fa che piangere.
Pittinu – i s. m., bavaglino. V. bavetta.
Pittirrali s. m., inv. al pl., finimento che consentiva al cavallo di tirare col petto. V. šciarabbài.
Pittirrina – i dal volg. pectorina, s. f., specie di sacca improvvisata che si otteneva fermando la maglietta alla cintura dei pantaloni; i ragazzi vi deponevano noci e mandorle.
Pittori s. m., pittore. Nel 1756 l’ultimo tratto di via Lupo Donato Bruno era chiamato strada delli Pittori per la presenza dell’abitazione dei pittori Bianchi.
Pittori, denominazione della contrada sita sulla strada vecchia per Erchie.
Pitùcchju – pitucchj s. m., pidocchio: cciti pitucchj, pollice. Il termine indica anche i gettoni superflui della vite. V. manciacani, spitucchjari.
Filastrocca inf.: Lu piripirieddu, / lu fiori t’anieddu, / lu cchjù granni ti tutti, / lu llecca piatti / e lu cciti pitucchj, / cciti pitucchj, / cciti pitucchj! Il mignolino, / il fiore d’anello, / il più grande di tutti, / il dito con cui si pulisce il piatto / e quello che ammazza i pidocchi, / uccide i pidocchi, / uccide i pidocchi. Era evidentemente un giochino con cui l’adulto accarezzava le dita della mano del bambino; nel ripetere l’ultimo verso poi, racchiudeva la manina del piccino tra le sue mani.
Pitucchjusu – pitucchjosa agg., pl. pitucchjusi – pitucchjosi, pidocchioso, spilorcio.
Pitulinu – i s. m., calzino maschile.
Pitulu – i s. m., parte della calza che tiene le dita del piede e che generalmente è rinforzata.
Piu voce onom., è usata per chiamare i pulcini: na piu, piu, piu.
Come loc. avv. è adoperata nell’espressione piu piu, lentamente, piano piano: šta cchjoi piu piu,
pioviggina; piu piu s’è bbuzzarata gnincòsia, piano piano ha mangiato tutto quello che c’era. V. pilisciari.
N. pr. di pers., Pio.
Piulanti agg. inv., petulante. V. anche piulusu.
Piulari – piulai – piulatu v. intr., essere petulante.
Piulusu – piulosa agg., pl. piulusi – piulosi, petulante. V. anche piulanti.
Piùnu – i s. m., quanto può essere contenuto in una mano chiusa a pugno: tammi nu piùnu ti sali, dammi una manciata di sale.
Pizza dal volg. apicia, s. f., organo sessuale maschile. Pizza marina, oloturia, dalla pelle irritante; è molto diffusa nel nostro mare: pijari li pinzi marini, prendere freddo.
Pizzarieddu – i s. m., tipo di pasta alimentare fatta in casa, consistente in pezzetti della lunghezza di un dito, ma più sottili e resi cavi dalla pressione ti lu frizzulu. V. pašta.
Al pl., inter.: pizzarieddi! Caspita!
Pizzarieddu, soprannome della famiglia Dimitri.
Nota. La pittirrina era dunque una sorta di sacca ricavata sul petto dalla camicia o dalla canottiera strette alla vita da un elastico o da una cintura. In essa si riponevano noci e mandorle, con cui i ragazzi, per strada, giocavano a llu monti. Questo consisteva in un monticello di tufo alto circa 4 cm, sul quale venivano sistemate in perfetta riga mandorle o noci che costituivano la posta in gioco. I giocatori, a turno, dal più lontano al più vicino al monte cercavano di colpirle con una pallina. I giocatori entravano in possesso delle mandorle o noci che riuscivano a far cadere dal monte.
Pietro Brunetti
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