Pozzi denominazione di due contrade e delle masserie omonime ubicate in agro di Manduria. La prima si trova sulla via per Maruggio tra la contrada Torre bianca e la contrada Cardinale; la seconda è sita sulla strada per Lecce a circa un chilometro dall’abitato. Quest’ultima contrada nel 1559 faceva parte del feudo di Casalnuovo. Il toponimo deriva dai pozzi che Annibale il Cartaginese fece scavare nel territorio di Manduria quando, dopo aver sconfitto i Romani nella battaglia di Canne ( 216 a. C. ), si volse verso Sud e pose l’assedio alla città. Poiché l’assedio durò a lungo, Annibale ebbe la necessità di assicurarsi il rifornimento idrico scavando i suddetti pozzi.
Ppalurari – ppalurài – ppaluratu v. intr., dare la parola, promettere, impegnarsi. V. palora.
Ppènniri – ppinnìi – ppinnutu / ppisu v. tr., appendere. Usato come v. intr. medio, pendere, arretrarsi: no tti ppènniri retu, non ti arretrare.
Indovinello: La rossa ppenni e la pilosa chjanci. La carne pende e la gatta miagola.
Ppicciari – ppicciai – ppicciatu v. tr., accendere: ppìccia la luci, accendi la luce. Come v. intr., farsi rosso in viso, infiammarsi: ppicciòu tuttu, gli si infiammò il viso.
Ppicciata s. f., accensione: a ppicciata ti lampi, all’imbrunire ( quando vengono accese le luci pubbliche ).
Ppicciaturu s. m., sorta di innesco o miccia ( per es., legnetti, sarmenti, ecc., ) utilizzati per accendere il fuoco: quišti so’ bbueni pi ppicciaturu, questi sono adatti per accendere il fuoco.
Ppinnirrobbi s. m., inv. al pl., attaccapanni.
Ppinzari – ppinzài – ppinzatu v. tr., metter su, mettere diritto, in posizione verticale: ppìnziti ti ponta, mettiti in piedi; s’è ppinzata totta ( riferito a ragazza ), si è messa in ghingheri; ppinzari li musi, mettere il broncio; ppinzari li recchj, mettersi sul chi vive; jè ppinzata na fera, ha fatto un processo per così poco; ci no bbuei propria osci cu ppinzamu na fera prima cu zzìccunu li sueni, se non vuoi che s’inizi un processo prima che scoppi il caso ( da La tarantata di L. Lacaita, atto II, sc. I ).
Detto: Ddonca arrii ppinzi lu palu. Fai fin dove puoi.
Ppippà s. pl., usato nel linguaggio inf., botte: talli li ppippà, dagli le botte.
Ppizzicari – ppizzicai – ppizzicatu v. intr., accedere a qualcosa: ca cce lu fannu ppizzicari! Non lo fanno neanche avvicinare ( ad un luogo, ad un’operazione ).
Ppontarrobbi s. m., inv. al pl., molletta stendi biancheria, sin. di cappetta e ccappaturu.
Ppontaštanga – ppontaštanghi s. f., striscia di cuoio che serviva ad agganciare il finimento alle stanghe del traino.
Ppritinchjari – ppritinchjài – ppritinchjatu v. tr. e intr., ingrossare.
Ppufa inter., in abbondanza / da tanto tempo: cce ni tieni sordi? – Ppufa! Ne hai denaro? – Eh, si, ne ho in abbondanza!
Ppùffiti voce onom., indica il tonfo tipico della caduta.
Pietro Brunetti
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