Rimasciari – rimasciai – rimasciatu v. tr., sarchiare. Attività che si svolge nel mese di giugno, rimuovendo la crosta della terra e con essa l’erba appena spuntata, in modo che questa non debba attingere alle riserve idriche del terreno.
Rimesa – i s. f., locale della casa in cui venivano riposti il traino e gli attrezzi agricoli, oggi corrispondente all’autorimessa.
Riminìa s. f., semina del grano che si fa nel mese di marzo. Questo cereale, che solitamente viene seminato in ottobre, può essere rincalzato da una operazione di riminìa, sempre che si tratti di terre buone, ti patuli, che consentono con la loro fertilità lo sviluppo della pianta in breve tempo. La riminìa può essere fatta come prima semina in dette terre se, per es., in ottobre il terreno non era agibile per la presenza di acqua stagnante.
Rimori – rumuri s. m., rumore.
Rimòsina – i s. f., elemosina: l’onnu mannatu a lla rimosina, lo hanno ridotto in povertà; na rimosina a fra’ Dunatu ca lu tiempu m’è jannatu, è fra’ Donato che vi chiede l’elemosina, perché ingannato dal prolungarsi della vita, che aveva previsto più breve e perciò aveva deciso di dar fondo a tutte le sue economie.
Rimu s. m., filo del discorso.
Rimuddari – rimuddai – rimuddatu v. tr. e intr., ammorbidire per azione dell’acqua: mo ca la terra jè rimuddata si po arari, adesso che la terra si è ammorbidita si può arare.
Rinàcciu s. m., rammendo: šta fazzu nu picca ti rinacciu, faccio un po’ di rammendo.
Rinacciari – rinacciài – rinacciatu v. tr., rammendare. V. raciuppari, ripizzari.
Rinali dal volg. urinale, s. m., inv. al pl., orinale. Cumparisci san Frangiscu: Ma ncerti fiati sulu, menu mali, / li canturi buscàunu nu rinali / scittatu a loro ti li cchiù rrinnuti, / ristati senza amori e nnacituti. Qualche volta, e meno male, i cantori ricevevano solo un orinale / gettato loro da quelli ormai avvizziti, / rimasti acidi e senza amore ( Da San Frangiscu, di P.G. D’Ostuni ).
Rinu s. m., usato al sing., era il locale annesso alla masseria, dentro il quale si mungevano le pecore dopo averle fatte entrare, una alla volta, attraverso la uatedda. V. uatu.
Ripa avv., vicino: mìntulu ripa a llu pareti, sistemalo vicino al muro; si šciutu ripa ripa cu llu škueppi, non lo hai rotto per un soffio.
Ripassu s. m., secondo raccolto.
Ripisciari – ripisciai – ripisciatu v. intr., accostare il traino o il biroccio al bordo della strada.
Ripizzari – ripizzai – ripizzatu v. tr., mettere una toppa ad un vestito, rammendare. V. ciùcciu, raciuppari, rinacciari.
Ripresu – a agg., pl. inv. ripresi, in difficoltà: ci ti iti ripresu, lassa e abbanni, se ti trovi in difficoltà lascia e vai via.
Pietro Brunetti
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