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Scajuèzzulu – i s. m., dolce speciale, piuttosto duro, che si vende soprattutto durante il periodo della Fiera Pessima.
Scalamandroni – scalamandruni s. m., spilungone. V. scalandroni.
Scalandroni – scalandruni s. m. e f., spilungone: s’è fattu nu sorta ti scalandroni! Si è fatto uno spilungone! V. scalamandroni.
Scaledda – i s. f., dim. di scala, piccola scala. Indica anche uno strumento in ferro utilizzato per mantenere aperta la bocca di un animale, quando è necessario intervenire nella sua cavità orale.
Scaledda, denominazione della masseria e della contrada situate sul versante sinistro della strada Tarantina nel tratto che va da S. Pietro ad Avetrana. La contrada è nota fin dal 1581.
Scalera – i s. f., calcitrapa, verdura selvatica le cui nervature centrali vengono consumate gradinate.
Scaliritu – i s. m., carciofeto. V. carditu.
Scaloni – scaluni s. m., gradino di una scalinata o dell’ingresso di una abitazione.
Scamiciata s. f., era una festa laica nel contesto della festa religiosa del 3 settembre in onore di S. Gregorio Magno. Consisteva nella formazione di due schiere che si sfidavano in gare di destrezza e di forza, tra lazzi e scherzi, con fiaccole, fanfara e cavalcata ( da M. Annoscia, La festa di S. Gregorio Magno, pag. 27 ). La scamiciata fu smessa per ordine del regio Giudicante nel 1834.
Scammarari – scammarài – scammaratu v. intr., ritenersi libero dagli impegni assunti. V. ncammarari.
Detto: Ci è ncammaratu, scàmmara. Chi ha assunto degli impegni, ora può ritenersi libero.
Scàmmuru – scàmmiri s. m., atto dello scammarari.
Scampagnari – scampagnài – scampagnatu v. tr., spalancare, aprire una finestra, una porta: scampagna quedda fineštra, spalanca quella finestra.
Scampari – scampòu – scampatu v. intr. imp., spiovere. V. chjòiri.
Scampieštru s. m., il vagare liberamente degli animali al pascolo.
Scampuliàri – scampuliài – scampuliàtu v. intr., andare di qua e di là.
Scàmpulu – i s. m., scampolo.
Scancari – ( mi ) scancài – scancatu v. intr. medio, mettersi con le gambe divaricate.
Scancata – i s. f., sin. di scancu, falcata.
Scancateddi usato nell’espressione a scancateddi, a cavalcioni: mìntiti a scancateddi, mettiti a cavalcioni.
Scanciari – scanciài – scanciatu v. tr., cambiare, di soldi: scàncimi milli liri, cambiami mille lire.
Pietro Brunetti
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