Limmitari s. m., inv. al pl., soglia di casa: trasi, no tti štà’ sobbr’a llu limmitari, entra, non stare sulla porta; sucu ti limmitari, sbaciucchiamenti tra fidanzati quando si amoreggiava sull’uscio di casa della ragazza, come si soleva fare in passato.
Limmoni – limmuni s. m., grosso recipiente in terracotta, a forma di cilindro nella pare superiore e di tronco di cono capovolto in quella inferiore. Decorato con semplici e rudimentali motivi, alla base aveva un foro per lo svuotamento dell’acqua. Serviva per fare il bucato. V. còfunu.
Limmu v. lemma.
Limmuncieddu – i s. m., dim. di limmoni ( v. ).
Limoni – limuni s. m., albero e frutto del limone.
Lìninu – i s. m., lendine, uovo del pidocchio.
Lintìcchja s. f., lenticchia.
Linu s. m., lino. I semi, cotti, venivano usati per preparare mpiaštri ti semi ti linu da applicare generalmente sulla spalla per la cura di dolori reumatici. Detto: Cuddu ca no nni futtimu a linu ni lu futtimu a lana. Quel che si cerca di risparmiare si finisce per spenderlo diversamente.
Lippisciari – lippisciai – lippisciatu v. tr. e rifl., rendere viscido / sbavarsi.
Lippu s. m., dal gr. lipos, limo, patina viscida: quiddi chjanchi onnu fattu lu lippu, su quelle chianche si è formata una patina viscida.
Lippusu – lipposa agg., pl.lippusi – lipposi, viscido a causa della presenza di limo.
Lišcebbussu s. m., manrovescio. Anche termine usato nel gioco del tressette per dire che si gioca un asso accompagnato da altre due carte non di pìzzicu, che possono essere scartine o figure.
Lìšcia avv., impunemente: šta fiata no tti la passi lìšcia, questa volta non la fai franca. Denominazione della contrada situata immeditamente a Sud di Uggiano Montefusco.
Lissia s. f., liscivia, l’ultima acqua ancora calda che vien giù da lu limmoni durante il bucato. Essendo ormai pulita e ricca di sali detergenti, veniva utilizzata per fare lo shampoo, oppure per pulire i pettini o altri oggetti ingrassati. V. còfunu.
Liticari – ( mi ) liticai – liticatu v. intr., parlare: no lliticà’ sempri, non parlare sempre. Come v. intr. medio, bisticciare.
Liticatuertu – i s. m. e f., linguacciuto, che parla a sproposito.
Litirnaru – i s. m., pianta dell’alaterno; veniva utilizzata per costruire li scupari per l’aia.
Litrattu – i s. m., ritratto, fotografia.
Littera – i s. f., giaciglio / letto del traino.
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