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Channel: Il manduriano – La Voce di Manduria
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Il dialetto del manduriano: Manduria – maniscu

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Manduria n. pr. di città. Tra le varie ipotesi sulle origini di Manduria indichiamo quella del Mazocchi, secondo il quale deriverebbe da Man-Dur, che in fenicio significa colonia di Dora. Questa era appunto una città marittima della Fenicia; sicché Manduria sarebbe stata di origine fenicia e sarebbe stata fondata intorno al 1431 a. C. Più accreditata è invece l’origine greco-cretese, che si intreccia con quella degli Illiri-Albanesi, che caratterizzarono il popolo dei Messapi. Venne in contrasto con la città di Taranto, Cartagine e Roma. Nel periodo di invasioni e generale decadenza che caratterizzarono il Medioevo, fu distrutta dagli Agareni intorno all’anno Mille e i suoi abitanti dispersi nelle campagne circostanti, dove più tardi sorsero i casali di Bagnolo, Felline, santo Stasi, santo Moro, san Nicola e Terragna. Fu ricostruita nel 1090 col nome di Casalnuovo da Ruggero il Normanno. Il 14 novembre 1789 con decreto di Ferdinando IV, re di Napoli, le fu restituito l’antico nome di Manduria. V. mandra.

Mandurianu – a agg., pl. inv. manduriani, manduriano, di Manduria. Nella forma sost., Manduriano, abitante di Manduria. Mandurinu – a agg., pl. inv. Mandurini, certamente derivato da mandurinos, termine con cui Plutarco indicava gli abitanti di Mandurinon, Manduria. E’ usato comunemente nell’espressione san Pietru mandurinu, che indica la cripta dedicata a san Pietro situata nei pressi di sant’Antonio. Lo stesso aggettivo è stato più volte ripreso da alcuni per indicare un insieme di altre situazioni relative a Manduria, in sostituzione dell’aggettivo manduriano.

Manganieddu – i s. m., manganello; anche trogolo in pietra per dare da mangiare o a bere agli animali. V. muloni. Indica anche il tavolo sul quale si lavora il formaggio.

Mangrani s. m. pl., sorta di bruchi che rodono i fusti e le foglie delle giovani piante di pomodori ed altri ortaggi.

Mangulu – i s. m., sorta di timone ricurvo che da una parte si allacciava a llu cuddaru e dall’altra agganciava la pisara. Il mulo, tirando lu cuddaru, automaticamente tendeva lu mangulu, che a sua volta trascinava la pisara. Lu mangulu è simile a lu ilanzinu.

Mànicu – mànichi s. m., manico; in senso fig. indica chi comanda: tipendi ti lu mànicu, dipende da chi comanda. V. fucècchja.

Maniggiari – maniggiai – maniggiatu v. intr., avere la disponibilità della cassa: ci manèggia fištèggia, chi maneggia i soldi li utilizza anche a suo vantaggio.

Manìggiu s. m., disponibilità: so’ jù ca tegnu lu manìggiu, sono io che ho la disponibilità delle risorse in casa.

Manija – i s. f., maniglia.

Manijoni – manijuni s. m., accr. di manija, catenaccio: mena lu manijoni a lla porta, metti il catenaccio alla porta.

Manisciari – ( mi ) manisciài – manisciatu v. intr. medio, sbrigarsi, darsi da fare: manisciàtipi ci no’ no nni ccujimu, datevi da fare, altrimenti non riusciremo a finire ( l’impegno assunto ).

Maniscu – manesca agg., pl. manischi – maneschi, pratico: l’aggiu maniscu, ce l’ho pratico.

 


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