Martinesi agg. m. e f., pl. Inv. Martinisi, martinese, di Martina Franca; nella forma sost., Martinese, abitante di Martina.
Martitìa s. m., martedì: lu martitìa fannu lu marcatu, il martedì è giorno di mercato.
Maruggesi agg. m. e f., pl inv. Maruggisi, maruggese, di Maruggio; nella forma sost. Maruggese, abitante di Maruggio.
Marva – i s. f., malva. Nella medicina popolare, con la malva, cotta e mista ad ampasciuni crudi e tritati, feci di colombo e mollica di pane cotto, si preparava un impiastro per la cura degli ascessi. Generalmente, dopo detto trattamento, l’ascesso maturava e rompeva. I piccoli ascessi venivano curati con foglie di rosa verdi, non cotte.
Marvasìa s. f., uva malvasia. V. ua.
Marza – i s. f., sarmento sotterrato subito dopo la potatura e utilizzato per effettuare nel mese di marzo l’innesto a spacco.
Marzòticu – a agg., pl. inv. marzòtichi, marzolino, relativo al mese di marzo. V. Pasca.
Marzu s. m., marzo. Detto: E’ meju la mamma cu perdi la fija, ca lu soli ti marzu cu ssi la pija. E’ meglio che una madre perda la figlia, anziché questa si ammali col sole di marzo.
Marzullinu – a agg., pl inv. Marzullini, si dice degli uccelli acquatici di passo che tornano a marzo.
Màscara – màschiri s. f., maschera. Anche sorvegliante, in una sala cinematografica o in un teatro.
Mascaranu – a s., pl. inv. mascarani, persona mascherata.
Mascesi – mascisi s. f., al sing., piantagione di leguminose o ortaggi successiva ad una coltivazione di cereali o a vigneto preesistente. Anche aratura estiva.
Mascìa s. f., magia: sia ca m’onnu fatta la mascìa, come se mi avessero ammaliato. Detto: Ali cchjùi na rècchja chjena ca na mascìa. Un consiglio insistente ha più effetto di una magia.
Mascialora – i agg. f., maggese, di frutti che maturano a maggio: cirasi mascialori, ciliege che maturano a maggio.
Masciara – i s. f., fattucchiera. Anche mantide religiosa.
Masciari – masciai – masciatu, dal volg. majare = lavori di maggio, v. tr., sarchiare nei mesi di marzo e aprile per livellare il terreno che era stato sconcato a novembre. V. rimasciari.
Màsciu s. m., maggio.
Màšciu – mašci s. m., maestro artigiano; è usato in tutte le forle discorsive, tranne come appellativo: è ddittu lu mašciu cu bbai, ha detto il maestro di andare. V. mèšciu.
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