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Il dialetto del manduriano: mmarrari – mmili

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Mmarrari – mmarrai – mmarratu v. tr., colmare: mmàrrulu bellu bellu cuddu panaru, fallo ben colmo quel paniere. Ha anche il significato di chiudere: mmarra la porta, chiudi la porta. Come v. intr., addebitare: sempri a mmei mmarri, sempre a me dai la colpa.

Mmašciata – i s. f., imbasciata. Il termine richiama in particolare l’usanza di dichiarare il proprio amore alla ragazza del cuore, mandando ai suoi genitori la mmašciata tramite una persona fidata; in tempi più recenti era consentito che la dichiarazione potesse  farla il ragazzo direttamente alla ragazza; jè bbuti tanti mmašciati … ha avuto tante proposte di  matrimonio.

Mmassari – mmassai – mmassatu v. tr., ammassare.

Mmasunari – ( mi ) mmasunai – mmasunatu dal fr. maison = casa, v. intr. medio, andare a casa, appollaiarsi per dormire: li jaddini s’onnu mmasunati, le galline si sono appollaiate.

Mmasunata, nella espressione pi lla mmasunata, per la miseria ( per evitare di dire pi lla Matonna ).

Mmasunu s. m., atto dell’andare a dormire: a llu mmasunu, a nanna.

Mmattari – mmattai – mmattatu v. intr., entrare, sin. di trasiri: mmatta, entra.

Mmausari – mmausai – mmausatu v. tr., legare il manipolo di spighe. V. auzu, scérmiti.

Mmazzešciri – mazzii – mmazzutu  v. intr., dimagrire: com’a mmazzutu! Come sei dimagrito.

Mmerda – i s. f., , merda.

Mmeru avv., vicino, nei pressi: dda mmeru, là vicino; mmeru mmeru, lontano lontano ( espressione del linguaggio inf. ).

Mmiata s. f., avvio: forti cu  ppija la mmiata, l’importante è che prenda l’avvio. Come avv., presto: a št’ora a šciri? No bbi’ jè mmiata ancora? A quest’ora vuoi andare? Non vedi che è ancora presto? ( diG ).

Mmicciari – mmicciài – mmicciatu v. tr., scorgere, vedere con sforzo: no llu mmicci? Non lo vedi?

Mmicciu s. m., bruciato: è ntisa la puzza di l’ammicciu, ha sentito l’odore di bruciato ( diG ).

Mmilari – mmilou – mmilatu v. intr. imp., che comincia a maturare; si dice soprattutto dei pomodori che assumono il colore dorato prima di diventare rossi.

Mmili dal gr. Bombylion, s. m., inv. al pl., brocca in terracotta, della capacità media di 3 – 5 lt.. Serviva a contenere l’acqua potabile, che vi si conservava a temperatura ambiente, grazie alla capacità di traspirazione della terracotta. V. riumari. Cosimo Pio Bentivoglio nel suo romanzo “ Il passo e la falcata “, italianizza felicemente il termine  in “ bombile “. 

Rinomati erano li mmili tarantini e di li Urtaji ( di Grottaglie ); mmili ti sanata Lucia, così chiamato perché si acquistava ad Erchie durante la festa della santa. Oggi se ne producono ancora, ma come pezzi tradizionali e a scopo ornamentale. V. munnu.

 

Nota. Il termine mmašciata rivela una concezione del rapporto uomo-donna ed una educazione sessuale in auge fino agli anni settanta del secolo scorso, profondamente diverse da quelle attuali.

In passato i due sessi, non solo non erano considerati sullo stesso piano, ma erano tenuti debitamente separati fin da tenera età. Nelle scuole elementari, per es., come si può ancora leggere sul frontespizio dell’edificio scolastico sito sul viale della stazione, esistevano due ingressi: uno per i maschietti, l’altro per le femminucce; le classi erano classi maschili e classi femminili e, quasi sempre, alle prime era preposto un insegnante uomo e, alle seconde, un’insegnante donna. Immaginare che si potesse toccare o conversare con una ragazza senza far sorgere il sospetto che si attentasse alla sua purezza, era impensabile. Si poteva solo guardare; per questo la sera della domenica si andava su e giù per la strada principale del paese ( il Corso ), le ragazze con le loro compagne ed i ragazzi con i loro coetanei, ed i messaggi di intesa e di passione viaggiavano sull’onda degli sguardi. Quando era stato stabilito il contatto  e si aveva la certezza che si poteva tentare un primo approccio, in un momento e luogo riservati il giovane avvicinava la ragazza per dichiararle il suo amore. Andato a buon fine il primo passo, venivano informati i rispettivi genitori e, avutone l’assenso, il giovane poteva incontrare la ragazza e parlarle, stando sull’uscio dell’ingresso dell’amata. Man mano che si consolidava l’intesa, maturava anche la possibilità che il giovane venisse accolto in casa. Scene che sembrano di molti secoli fa e che oggi, a distanza di appena quarant’anni, si sono mutate fino al punto da assumere spesso eccessi opposti.

 

 

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